Dealer e mobile: è meglio un sito web oppure una app?

Il mobile è uno dei perni delle strategie digitali dei concessionari di oggi. Ma quando si parla di questo argomento, spesso, non si hanno le idee tanto chiare. Ecco perché abbiamo chiesto a Marco Marlia, Ceo di DriveK, di mettere un po’ d’ordine e illustrare le potenzialità dei diversi strumenti mobili a disposizione dei dealer.

VIDEO: INTERVISTA A MARCO MARLIA, CEO  DI DRIVEK

SMARTPHONE, TABLET & CO

Una premessa è doverosa. “Fenomeni come miliardi di persone che usano Facebook solo su mobile – esordisce Marlia – o Pokemon Go, dove l’utente spende più di un’ora al giorno sul cellulare, sono un chiaro segnale del trend sempre crescente dell’utilizzo di questi dispositivi”. Ma smartphone e tablet non vengono utilizzati solo a scopo ludico. “Una ricerca mobile – prosegue infatti – converte 3 volte di più in un’azione concreta e di solito entro un’ora rispetto alla stessa ricerca fatta da desktop”. Ed ecco perché all’interno della strategia digitale concessionari, il mobile deve diventare davvero prioritaria.

SITI WEB E MOBILE APP

Oggi la scelta principale è quella di optare tra siti web e mobile app. Due strumenti che rispondono ad altrettante necessità aziendali. “Una app mobile va benissimo, magari, per supportare il post vendita – spiega il numero uno di DriveK – ma secondo noi è la scelta sbagliata per un utente che si avvicina per la prima volta al sito della concessionaria”. In quest’ultimo caso, infatti, il consiglio è quello di dotarsi di un sito web ottimizzato per i dispositivi mobili.

IL SITO MOBILE PERFETTO

Ecco, nel dettaglio, gli ingredienti cardine per fare un sito mobile perfetto. Prima di tutto, elenca Marlia, serve “un’interfaccia responsive e ancora meglio se mobile first, cioè progettata prima per il mobile e poi per il desktop, che si adatta alle dimensioni di ogni apparato”. Punto numero due è la velocità di caricamento “perché le persone sul mobile hanno connessioni non sempre velocissime e vogliono poter fruire del sito in tempi rapidissimi”. Il terzo elemento da monitorare è l’interazione ottimizzata per il touch. “Ricordiamoci che il mouse non è presente – conclude Marlia – e quindi tutto va fatto con il dito”.

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