L’automotive cambia. Cambiano le auto, cambiano i clienti, e cambia — o dovrebbe cambiare — anche il modo in cui si gestisce la relazione tra chi vende e chi acquista. In un comparto che affronta contemporaneamente transizione energetica, pressione sui margini e trasformazione digitale, la tenuta operativa della rete retail è un nodo cruciale.
A quest’esigenza risponde Keyloop, gruppo internazionale specializzato in soluzioni software per il settore auto, che all’Automotive Dealer Day ha scelto di parlare di Fusion: una piattaforma nata per rimettere ordine, visione e continuità nei processi delle concessionarie.
«Abbiamo investito gli ultimi tre, quattro anni per prepararci a questo momento che io reputo storico», ha spiegato Alessandro Bartoli, Direttore commerciale di Keyloop Italia. «Abbiamo investito pesantemente e fortemente in tecnologia, ci siamo evoluti da un punto di vista organizzativo aziendale per rendere disponibile quella che è Fusion».
Una piattaforma, più percorsi
Fusion non è un gestionale classico. È una piattaforma componibile, costruita per adattarsi alle diverse esigenze operative di una concessionaria: «Una nuova frontiera del mondo automotive», l’ha definita Bartoli. «Fusion è quella che noi chiamiamo Automotive Retail Platform, un insieme di soluzioni che mira a rendere i nostri clienti, quindi i concessionari, rilevanti nel mercato e a loro volta di offrire una customer experience di eccellenza ai loro clienti».
La piattaforma è articolata in quattro aree — Demand, Supply, Ownership, Operate — che seguono l’intero ciclo di vita del veicolo e della relazione commerciale. Ogni modulo può essere integrato o utilizzato separatamente. Obiettivo: snellire i processi interni e migliorare l’efficienza senza imporre una struttura unica.
«Questo gli consentirà ovviamente di raggiungere i propri traguardi, ma soprattutto di aumentare moltissimo la fidelizzazione e la loyalty dei loro clienti. E questo oggi è quello che noi riteniamo sia estremamente importante».
Architettura cloud e governance dei dati
Dal punto di vista tecnico, Keyloop ha compiuto una scelta strategica: portare tutta la sua infrastruttura su Amazon Web Services. «Siamo diventati da poco partner di Amazon AWS», ha dichiarato Bartoli, «siamo diventati da poco partner di Amazon AWS», ha dichiarato Bartoli. «Stiamo quindi trasferendo tutte le nostre infrastrutture su quella piattaforma, che ci permetterà di far crescere le nostre soluzioni in modo scalabile e sicuro».
La sicurezza è un tema chiave. Keyloop ha ottenuto la certificazione ISO 27001 e vanta un security score di 95. Standard che non sono più accessori, ma condizioni operative per chi gestisce grandi volumi di dati e interfacce digitali con il cliente finale.
Intelligenza artificiale? Siamo solo all’inizio
Un’altra direttrice su cui Fusion si muove è quella dell’intelligenza artificiale. Il gruppo ha iniziato a integrarla in alcune delle proprie soluzioni, ma con approccio pragmatico. «Il futuro prossimo guarda con grande attenzione a quello che è il mondo dell’intelligenza artificiale. Già ne facciamo uso oggi nelle nostre soluzioni, ma è un mondo che riteniamo sia ancora molto da scoprire, da sfruttare. Se n’è vista forse la punta dell’iceberg».
La visione di Keyloop si muove su più piani: automazione predittiva, suggerimenti intelligenti, ottimizzazione dei flussi in officina, gestione personalizzata del cliente. Tutti ambiti in cui l’IA può aumentare valore — se utilizzata in modo responsabile.
Una rete che vuole restare protagonista
Oggigiorno, la sfida per i dealer non è solo tecnologica, ma di ruolo. «Una soluzione modulare che si adatta a quelle che sono le esigenze della realtà, concessionario o riparatore che sia», ha ribadito Bartoli. «Una nuova gamma di soluzioni completamente rivoluzionaria e nuova, che va a coprire tutte le aree gestionali. E quindi ne ha per tutti».
La trasformazione digitale non è una promessa futura: è già una condizione presente. E per chi, come Keyloop, guarda al concessionario non come a un terminale passivo ma come a un attore centrale, Fusion è un tentativo concreto di rimettere al centro il mestiere di chi vende — e assiste — ogni giorno.