Il Green Deal ha peggiorato il parco auto italiano?

Il Green Deal, la lunga serie di azioni messe in atto dall’Unione Europea per abbattere emissioni e ridurre l’inquinamento, avrebbe dovuto incentivare un ricambio del parco auto circolante nei paesi membri a favore di veicoli meno inquinanti. In Italia, però, sembra essersi ottenuto l’effetto contrario. Il Green Deal, e qui citiamo il presidente di Federauto Massimo Artusi, non ha fatto che invecchiare ulteriormente il parco auto italiano. Ma quali sono le cause che hanno portato a un risultato opposto a quello sperato?

Un parco sempre più vecchio…

Non fa che peggiorare la situazione del parco auto circolante in Italia. Il peggioramento è ben testimoniato dai numeri del Book Unrae 2024. Le auto aumentano, sono l’1,3% rispetto all’anno precedente e più dei sei milioni in più rispetto al 2009. Parallelamente aumenta anche l’età media dei veicoli che passa in un anno da 12,5 a 12,8 anni (nel 2009 era di 7,9 anni).

… e sempre meno elettrico

Non stupisce, di fronte a un’età media così elevata che la maggior parte delle vetture circolanti in Italia (83%) sia composta da automobili diesel e benzina. Crescono le ibride, che passano in un anno dal 5,3% al 6,8%, e anche le Gpl, al 6,7%. Il peso delle ricaricabili, invece, non supera poco più dell’1% se si sommano EV e plug-in hybrid.

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La colpa è delle politiche del Green Deal?

Di certo la pandemia prima, le guerre dopo e l’inflazione in seguito sono causa di una crisi e una profonda instabilità economica che ha portato molte famiglie italiane a vedere diminuire notevolmente il proprio potere d’acquisto. E in tempi così incerti, sono numerosi i cittadini che preferiscono mantenere (e magari riparare) la propria vecchia auto, rimandando a tempi più rosei l’investimento richiesto da una nuova vettura.

Anche perché, ad oggi, con la maggior parte di modelli elettrificati in showroom, i listini delle nuove auto sono aumentati vertiginosamente. Le vetture così dette democratiche, quelle accessibili ai più, sono diventate un miraggio e persino le berline (soprattutto se elettriche) richiedono ben più di un anno intero di stipendi per essere acquistate.

Tornando al suggerimento di Massimo Artusi, però, forse vi è anche una terza e più sottile causa a questo sempre più veloce invecchiamento del parco auto circolante. Il Green Deal europeo ha fallito, gli incentivi messi in atto dagli Stati membri non sono stati sufficienti a permettere l’acquisto di un EV alla maggior parte dei cittadini. Le infrastrutture di ricarica non sono sufficienti ad abbattere i pregiudizi verso le auto alla spina e, come se non bastasse, questi continui cambi, rimaneggiamenti e giravolte sulle regole non ha fatto che creare un’incertezza tale nei consumatori da costringerli allo stallo.

Per comprare una nuova auto si aspetta. Si aspettano incentivi e agevolazioni stabili, si aspettano regole precise sui limiti alla circolazione cittadina e, soprattutto, una fiscalità chiara relativa alle auto elettrificate.

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