Non soltanto i produttori, anche i lavoratori della componentistica automotive temono la concorrenza cinese. L’arrivo di nuovi attori, provenienti in particolare dalla Cina, sta destando numerosi timori nel settore industriale automobilistico, così come rivelato da uno studio condotto dalla società di consulenza Baker Tilly tra i dirigenti dell’industria della componentistica automobilistica.
Quanto fanno paura i concorrenti cinesi?
Il 51% dei dirigenti dell’industria della componentistica automobilistica europea pensa che le aziende asiatiche abbiano un “vantaggio indiscusso nelle tecnologie chiave”. Il 20% si attende l’arrivo di nuovi fornitori, principalmente cinesi e il 67% prevede, nel giro di un biennio, la scomparsa di numerosi fornitori europei. La situazione è “negativa” per il 79% dei rappresentanti. Gli ostacoli maggiori sono l’elevata pressione su investimenti e costi (56%) e l’impossibilità di una pianificazione affidabile a causa degli sconvolgimenti geopolitici (60%).
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Resta ottimismo
E se, almeno per il 55%, la finestra di opportunità per la trasformazione del settore si sta chiudendo rapidamente, questo non è considerato una minaccia per la propria azienda. Il 75% degli imprenditori è convinto che il proprio modello di business sia indipendente ai cambiamenti della tecnologia di propulsione. E non è considerata neppure necessaria la delocalizzazione all’estero. Tutto va male, dunque, ma non in casa propria. “C’è un divario di percezione drastico. – commenta Jannik Bayat, esperto di Baker Tilly – Sebbene il settore sembri riconoscere i rischi, non sembra affrontarli con sufficiente decisione all’interno dell’azienda stessa”.