Multe per le emissioni di CO2: la proroga darebbe respiro al settore

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Le multe per le emissioni di CO2 che le Case auto rischiano quest’anno sono solo l’ultimo tassello di un mosaico a tinte nerissime. Il Coronavirus ha di fatto chiuso temporaneamente la produzione e la distribuzione auto nella maggior parte dei Paesi europei, i mercati rischiano il tracollo e le sanzioni, che già prima dell’epidemia erano uno spauracchio per i Costruttori, rischiano di trasformarsi nella mazzata definitiva per il settore.

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Affossare l’auto è un danno per tutti: concessionari, Case, filiera automotive, ma anche per gli Stati, che non possono non considerare la centralità del settore delle quattro ruote nell’economia. Partendo da questo presupposto, nei giorni scorsi l’ACEA (Associazione europea dei Costruttori d’auto), insieme ad altre associazioni continentali dell’automotive, ha chiesto alla Commissione Europea di rivedere le tempistiche di entrata in vigore delle sanzioni. Una misura, quella di congelarle almeno per il 2020, che darebbe respiro al nostro mondo che si trova in grande difficoltà.

MULTE PER LE EMISSIONI: COSA PREVEDE LA NORMATIVA

Con l’entrata in vigore dei nuovi limiti sulle emissioni, le Case rischiano sanzioni salatissime: il limite medio della gamma di ogni casa scende a 95 g/km, calcolato per quest’anno sul 95% del venduto.

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Chi sfora paga: 95 euro per ogni grammo in eccesso, somma da moltiplicare per il numero di vetture immatricolate in Europa. Tradotto: svariati milioni di euro che, in un momento di crisi, rischiano di pesare come macigni.

COSA CHIEDONO I COSTRUTTORI

Un aspetto sottolineato anche dai Costruttori nella lettera alla Commissione Europea. “Attualmente non si sta svolgendo alcun tipo di lavoro su produzione, sviluppo, test o omologazione. Uno stop che sconvolge i piani che avevamo fatto per prepararci a rispettare per tempo le leggi presenti e future”.

Per questo motivo, ACEA e le altre associazioni ritengono “necessario apportare qualche aggiustamento alla tempistica di queste leggi. Vogliamo tuttavia assicurare che non è nostra intenzione mettere in discussione le leggi in quanto tali, né gli obiettivi di sicurezza stradale, riduzione del cambiamento climatico e protezione dell’ambiente”.

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Anche Anfia sottolinea la necessità di “ridiscutere alcune parti dell’attuale regolamentazione e del meccanismo delle penalties, risultando a questo punto decisamente critiche le tempistiche relative a obiettivi e sanzioni già programmati”.

Il Coronavirus sta mettendo in discussione gli investimenti pianificati dall’industry automotive nella transizione energetica, che comunque non è in discussione. Probabilmente ci vorrà più tempo. La strategia non cambia, ma d’altra parte dare respiro al settore in questo momento è indispensabile.

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