Il mercato delle auto usate genera il 50% del valore della Second Hand Economy italiana

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Negli ultimi cinque anni, il valore della second hand economy in Italia ha registrato una crescita del 33%. Nel 2019, il mercato dell’usato italiano ha raggiunto quota 24 miliardi, una cifra pari all’1,3 del PIL nazionale.

Metà di questo valore proviene dalla compravendita di veicoli usati, che, nel 2019, ha generato un volume di affari di 11,9 miliardi di euro, ovvero quasi il 50% del valore totale stimato dell’economia dell’usato in Italia. Questo quanto riportato dall’Osservatorio Second Hand Economy condotto da BVA Doxa per Subito.it.

IL MERCATO DELLE AUTO USATE ITALIANO

L’usato potrebbe rappresentare un valido rimedio alla crisi che ha colpito il settore dell’automotive. Il mercato, rispetto ad altri segmenti, è florido e gli acquirenti aumentano. Quello del mercato delle auto usate è «un valore reale – spiega Andrea Volonté, Head of Automotive di Subito – messo in circolo nel settore e di cui hanno beneficiato privati e professionisti, tanto che sempre più operatori del settore chiedono a gran voce incentivi non solo sul nuovo, ma anche sull’sato fresco, che costituisce un’ottima opportunità per svecchiare il parco circolante e renderlo meno inquinante».

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Acquisti online

La compravendita dell’usato ha come luogo prediletto il web che, nel 2019, ha generato valore per 10,5 miliardi, corrispondente al 45% del totale. Il 58% di coloro che hanno acquistato o venduto oggetti usati ha scelto di farlo online. Scelta in cui ha pesato la velocità del mezzo (77%), la comodità di utilizzo (38%) e la convenienza (34%).

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I Motori si piazzano al quarto posto nella classifica dei prodotti usati più acquistati online, con il 42% degli acquisti totali e un volume di affari pari a 4,7 miliardi nello scorso anno. L’e-commerce riguarda soprattutto l’auto e i relativi accessori (parimerito al 17%), seguono moto e scooter (9%) e accessori (5%), nautica, caravan e camper e veicoli commerciali.

Scelta sostenibile

Cresce l’importanza valoriale attribuita all’economia dell’usato, scelta perché considerata sostenibile (44%), intelligente e attuale (40%), nonché un modo per dare valore alle cose (37%). In calo rispetto al 2018, invece, coloro che scelgono il second hand per una questione di risparmio (59%).

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Dal lato vendita, invece, chi vende lo fa soprattutto per liberarsi del superfluo (76%) e per evitare gli sprechi (42%). Il 37% degli italiani, poi, vende il proprio usato per guadagnare qualcosa e il 16% per reinvestire il guadagno nell’acquisto di un nuovo oggetto.

 

Generazioni a confronto

Sono le giovani famiglie – 35/44 anni – gli acquirenti principali del second hand (75%), dedite alla compravendita di usato soprattutto sul canale online (47%), per liberarsi di oggetti in disuso (82%) o per risparmiare (67%) e guadagnare (46%). Spinti dalla possibilità di risparmio (77%) sono anche gli appartenenti alla Gen Z, nella fascia 18-24 anni, attivi principalmente online (83%).

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A motivare i Baby Boomers, invece, è la lotta contro gli sprechi (57%) e l’esigenza di liberarsi del superfluo (83%). Per coloro compresi tra i 55 e i 64 anni l’offline resta ancora il canale privilegiato, sia per vendere sia per acquistare.

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