Come evitare di avere auto schilometrate in concessionario

Lo schilometraggio è una delle pratiche più scorrette presenti nel business delle vetture usate. Una vera e propria truffa nella quale spesso incappano moltissimi automobilisti ignari. Tuttavia, ad entrare in possesso di vetture con contachilometri “truccati” non sono soltanto i driver ma anche concessionari che hanno deciso di acquistare un’auto da un privato non proprio onesto.

Purtroppo, nonostante un dealer possa essere in buona fede e non sapere su un’auto in vendita sia stata o meno manomessa, può incorrere in quella che viene definita dalla legge “pratica scorretta“.

Quest’ultima viene definita dal Codice del consumo, una norma della Repubblica italiana emanata con il decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 che regola i diritti dei consumatori.

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Secondo gli art. 21 e 22, che definiscono “azioni e omissioni ingannevoli“, viene considerata scorretta qualsiasi tipo di pratica commerciale che “contiene informazioni non rispondenti al vero” oppure “omette informazioni rilevanti” per le quali il consumatore medio ha bisogno per prendere una decisione consapevole di natura commerciale.

In modo particolare, il comma 3 dell’art. 21 precisa infatti che:

E’ considerata scorretta la pratica commerciale che, riguardando prodotti suscettibili di porre in pericolo la salute e la sicurezza dei consumatori, omette di darne notizia in modo da indurre i consumatori a trascurare le normali regole di prudenza e vigilanza.

E, ovviamente, mettere in vendita un’auto con alle spalle più strada di quella segnata sul suo contachilometri rientra appieno in questo tipo di pratica commerciale.

Ma come possono i dealer capire che, il privato che sta cercando di vendergli un auto, abbia manomesso o meno il tachimetro della propria vettura?

Leggi anche: Il legame a doppio filo tra età dei veicoli e schilometraggio

Come riconoscere un’auto schilometrata?

Sicuramente la prima operazione da fare, quando qualcuno porta all’interno del concessionario un’auto da rivendere, è sicuramente un controllo approfondito dello stato generale del veicolo.

Oltre a carrozzeria, pneumatici e interni è estremamente importante ispezionare le parti non visibili (motore, trasmissione, marmitta, ecc.), più difficili da risistemare. Se un privato cerca di rivendervi un’auto con pochi chilometri, che presenta una carrozzeria tutto sommato ben messa, un treno di gomme nuovo di zecca ma varie parti del suo motore usurate allora è molto probabile che stia cercando di fregarvi.

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Un modo per evitare di incorrere in un grosso guaio giudiziario potrebbe essere quello di far firmare al proprietario della vettura un documento nel quale conferma che, i chilometri segnati sul tachimetro, sono quelli effettivamente percorsi dal veicolo.

Un’altra precauzione necessaria, sarebbe quella di controllare lo storico delle revisioni dell’auto. Visionando attentamente l’elenco delle revisioni, superate o non superate, effettuate dal veicolo nel corso della sua vita è possibile “far quadrare i conti” ad esempio tra il numero dei tagliandi (da fare ogni ogni 15.000-30.000 km, oppure ogni 2 anni) e i chilometri segnati sul quadro strumenti della vettura.

Leggi anche: Audi e Opel sono le auto più soggette allo “schilometraggio”

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