Mercato auto 2018, dicembre in crescita ma il saldo è negativo

mercato auto 2018 dati settembre

Il mercato auto 2018 si chiude con un calo del 3,1%: 1.910.025 le unità immatricolate, nel 2017 erano 1.971.345.

mercato auto 2018 dati settembre

In particolare, il secondo semestre è stato particolarmente altalenante, con l’anticipo degli acquisti ad agosto, in vista dell’entrata in vigore dal 1° settembre delle nuove norme di omologazione dei veicoli (WLTP), e i riflessi sulla flessione delle vendite di settembre (-25,2%), ottobre (-7,2%), e novembre (-6,3%), a causa anche dell’indisponibilità di modelli rispondenti ai nuovi standard da parte di alcuni Costruttori.

Segnali positivi, per fortuna, arrivano dall’ultimo mese del 2018. Dicembre, infatti, si è chiuso con un incremento del 2% (124.078 auto immatricolate, rispetto alle 121.689 dello stesso mese del 2017).

MERCATO AUTO 2018: LE MOTORIZZAZIONI

Non si argina l’emorragia del diesel, che anche a dicembre perde il 19% dei volumi (in particolare nell’area degli acquisti dei privati e delle società), scendendo di 11 punti percentuali di quota e fermandosi al 46,4% del totale.

mercato auto diesel

Guardando all’intero 2018, la flessione delle vendite delle auto diesel è pari al 12,3%, con una rappresentatività sul mercato del 51,5% (-5 punti percentuali rispetto al 2017). Ne beneficia la benzina, che a dicembre registra un forte incremento (+40,4%), grazie ai privati e al noleggio, recuperando quasi 12 punti di quota sul totale e portandosi al 41,5%. Nel totale anno, la quota si attesta sul 35,3%, grazie ad un incremento delle vendite del 7,9%.

In leggero calo il Gpl, sia nel mese sia nel cumulato 2018, dove chiude stabile al 6,5% di quota. Il metano perde la metà delle immatricolazioni a dicembre, scendendo ad appena un 1,1% di rappresentatività, mentre si mantiene in crescita del 14,3% nel totale anno, con una quota dell’1,9%.

Continua la scalata delle auto ibride (+13,6% a dicembre e +30% nel 2018), con una quota del 4,5%. Ottima crescita per le auto elettriche, grazie agli acquisti di tutti i canali di vendita (in particolare del noleggio). Superata la soglia delle 5.000 vetture immatricolate complessivamente nel 2018 (5.010), con una quota di mercato pari allo 0,3%.

Come conseguenza del tipo di motorizzazioni acquistate, continua a salire la CO2 media ponderata. A dicembre, registrato un incremento del 7,1% (a 120,6 g/km), mentre a fine anno l’aumento è dell’1,8% (114,4 g/km), rispetto ai 112,4 dell’anno precedente.

Leggi anche: il diesel non è morto, parola di dealer

MERCATO AUTO 2018: I CANALI DI VENDITA

Tra i canali di vendita, gli acquisti dei privati segnano un incremento dell’8,6% a dicembre, mitigando la flessione dell’intero anno a -2,4%.

Il noleggio segna una crescita del 6,9% a dicembre, rimanendo stabile in termini di volumi nel totale anno 2018 (+0,4%). In forte flessione le vendite a società (-21,8% a dicembre e -9,3% nell’intero 2018).

Leggi anche: concessionari, scocca l’ora del noleggio

LA SCURE DELL’ECOTASSA

La Legge di Bilancio, approvata dal Parlamento, prevede l’applicazione di una tassa, a partire dal 1° marzo 2019 e fino al 31 dicembre 2021, per chi acquista auto nuove con emissioni di CO2 superiori a 160 g/km. Si parte da 1.100 euro fino ad arrivare a 2.500.

Si tratta, però, di modelli di ultima generazione, che in termini di impatto ambientale risultano essere molto più virtuosi di quelli con oltre 15 anni di età che continuano a circolare sulle strade.

“Nell’anno appena concluso per gli automobilisti italiani erano state ventilate ipotesi di riduzione del carico fiscale, incidendo ad esempio sulle accise dei carburanti, e di rassicurazione sulla mancata introduzione di nuove tasse. Il 2019, invece, si apre con un’imposizione aggiuntiva per gli acquirenti di nuove auto che andrà a colpire non soltanto quelle di lusso o di grossa cilindrata, peraltro già assoggettate al superbollo, ma alcune versioni di modelli diffusi sul mercato, in particolare, presenti nella prima fascia soggetta al malus. Se da un lato appare irragionevole un’ulteriore penalizzazione su un settore già fortemente tassato, riteniamo al contrario di fondamentale importanza lo stanziamento previsto a supporto delle infrastrutture di ricarica, a nostro avviso il primo necessario passo che il Paese deve fare per creare le condizioni abilitanti per lo sviluppo della mobilità elettrica”.
Michele Crisci, Presidente dell’Unrae.

LE PROSPETTIVE PER IL 2019

“Il 2019 sarà un anno che dovrebbe attestarsi su un volume di auto vendute più basso del 2018, sia per la tassazione aggiuntiva che provocherà un forte ammanco di IVA nelle entrate dello Stato, come più volte abbiamo rappresentato al Governo, sia per una tendenza al rallentamento che già si era fatta vedere negli ultimi mesi del 2018, non solo nelle immatricolazioni ma anche nelle acquisizioni di nuovi contratti. Non ultima, la confusione generata dai blocchi del traffico sui veicoli diesel e le dichiarazioni di alcune amministrazioni locali di importanti città italiane non aiuteranno il consumatore a prendere decisioni serene di acquisto, complicando ulteriormente la risposta alle esigenze di mobilità dei cittadini”.
Michele Crisci.

Partecipa alla discussione

Leggi anche