Mercato dell’auto: -17,1% ad aprile, ripresa impossibile senza il rifinanziamento degli incentivi

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Senza il rifinanziamento degli incentivi, il mercato dell’auto non potrà riprendersi. L’appello è stato rivolto nei mesi scorsi da Federauto e dalle altre associazioni dell’automotive, ma finora è caduto nel vuoto. E, difatti, i dati di aprile diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, parlano di 145.033 immatricolazioni di auto nuove, con un -17,1% sia sull’aprile del 2019, sia sul primo quadrimestre del 2019.

Il confronto, naturalmente, è stato fatto con lo stesso periodo di due anni fa, perchè lo scorso anno, di questi tempi, il mercato era stato praticamente azzerato dal lockdown, che aveva costretto i concessionari ad abbassare le serrande.

MERCATO DELL’AUTO: TREND NEGATIVO

Gli incentivi in vigore da gennaio sulla fascia di vetture più popolare (quella con emissioni da 61 a 135 g/km) sono terminati, come era stato previsto, un mese fa. Finora, l’unico intervento compiuto (lo scorso 23 aprile) è stato quello di aggiungere 13 milioni di euro (residui del bonus dello scorso anno), che però sono stati bruciati in poche ore. Senza un ulteriore corposo intervento, è praticamente impossibile pensare ad una ripresa.

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Secondo Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, “lo scenario a breve è destinato ad aggravarsi ulteriormente, ove il Governo ritardasse l’intervento di rifinanziamento degli incentivi. Se vogliamo tenere a galla il mercato dobbiamo agire su quella fascia di mercato che riscuote il maggior interesse delle famiglie italiane”.

INCENTIVI DA RIFINANZIARE

Dunque, è fondamentale concentrarsi sulle auto termiche e ibride a basse emissioni, sicuramente più a portata delle tasche degli italiani rispetto alle elettriche e alle ibride plug-in. “La misura governativa per eliminare dalla circolazione stradale veicoli con oltre 10 anni di anzianità attraverso l’acquisto di veicoli fino a 135 g/Km CO2 ha consentito al settore di reggere, in parte, l’urto della pandemia e va nella giusta direzione della transizione, riducendo le emissioni in atmosfera, ringiovanendo il parco auto più vecchio, mantenendo posti di lavoro nelle imprese della filiera e, soprattutto in questa fase storica, garantendo la mobilità sicura delle persone” prosegue De Stefani Cosentino.

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Il punto, secondo Federauto, è che la transizione energetica è un processo che va gestito con gradualità, in tutte le sue forme, “senza brusche accelerazioni che potrebbero comprometterne gli obiettivi e gli equilibri economici e sociali collegati alla catena del valore del settore”.

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TUTTI I CANALI SONO IN CALO

I numeri di aprile sono da interpretare anche alla luce di un altro dato: il 36,6% delle immatricolazioni è stato effettuato negli ultimi tre giorni del mese, con un peso rilevante delle auto immatricolazioni (8,4% del totale). Tutti i canali hanno mostrato un trend negativo: -8,2% per i privati, -18,5% per le società e -31,4% per il noleggio, complice il calo di oltre il 50% del noleggio a breve termine.

Continua, è vero, la crescita delle alimentazioni alternative, ma le elettriche e le ibride plug-in, da gennaio ad aprile, pesano soltanto il 6,8% sul totale delle immatricolazioni, mentre il vero boom è quello delle ibride, Full e Mild, che rappresentano il 27,4% delle immatricolazioni del primo quadrimestre del 2021. Dati che testimoniano come quasi 2/3 del mercato sia caratterizzato ancora da auto termiche. Sulle quali urge, appunto, rimpolpare i fondi degli incentivi.

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