End of life: focus sul fine vita di un’auto

Smaltimento pneumatici, riciclo

Tutte le auto, prima o poi, giungono alla fine del proprio ciclo di vita. Il cosiddetto “End of Life” è un momento particolarmente delicato, regolato da due norme che tutti gli attori della filiera automotive sono tenuti a conoscere alla perfezione: la Direttiva Europea 2000/53/CE, recepita in Italia dal D.Lgs 209/03. In base a queste leggi, l’85% del peso complessivo di un veicolo destinato a demolizione dovrebbe essere recuperato e riutilizzato, compreso un recupero energetico del 5%. Entro il 2015 queste percentuali dovranno arrivare al 95%, per quanto riguarda le parti da riciclare, e al 10% per il recupero dell’energia.

“Questi obiettivi devono essere centrati ogni anno da ogni Stato, pena una sanzione che andrà a ricadere su tutti gli operatori economici: Costruttori, dealer, demolitori, operatori del trading”, commenta Salvatore Di Carlo, direttore del Progetto “End of Life Vehicle” del Gruppo FCA. La legge prevede poi che il Costruttore utilizzi materiali facilmente riciclabili per i nuovi veicoli progettati. E anche che si adoperi per costruire una rete di demolitori specializzati ai quali il cliente si può rivolgere per dare il via alla catena del riutilizzo, riciclo e recupero.

Tre termini in apparenza sinonimi, ma profondamente diversi. In Europa si parla delle 3 R: “Il riuso è l’ottimo in termini ambientali – chiarisce Di Carlo – perché permette di servirsi di un pezzo integro proveniente da una vettura demolita. Il riciclo è altra cosa: riguarda, ad esempio, a un paraurti rovinato che ha bisogno di essere fuso per diventare un’altra componente. Il recupero, infine, è l’insieme dei due aspetti precedenti, più il recupero energetico”. In questo caso, sarebbe possibile ricavare energia dai rifiuti riducendo le trivellazioni petrolifere. Mentre il combinato delle 3R, entro il 2015, dovrebbero arrivare al 95% per gli Stati europei. Un ambizioso traguardo ambientale da non mancare.

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