Antifurti: un viaggio tra i dispositivi salva-auto

BMW Training Centre

Gli antifurti delle auto sono sempre più al passo con la tecnologia avanzata, e al servizio dell’automotive. Per proteggere il veicolo acquistato servono centraline elettroniche tutto fare. Queste utime, oltre a proteggere da eventuali furti il bene, hanno la capacità di garantire vari servizi, incluso il miglior confort di guida. Le statistiche confermano e danno ragione al progresso: rispetto al 1990, in Italia sono state rubate 306mila auto, nel 2015 solo 114mila.

EVOLUZIONE DEGLI ANTIFURTI AUTO

I primi antifurti auto sono apparsi in Oregon, nel 1918. L’impianto, a quel tempo, consisteva in una cassetta che chiedeva l’inserimento di un codice a tre cifre, per mettere in moto il veicolo; in caso di numeri errati, il sistema meccanico azionava il clacson. Gli anni sessanta e settanta sono decisivi, le Case costruttrici e i concessionari suggeriscono l’installazione di sistemi di protezione in caso di furto dell’automobile. A cavallo di due decenni dopo, ha inizio un circolo vizioso: con l’aumento delle auto rubate i produttori iniziano l’ascesa di un business all’insegna del rumore, per scacciare i malitenzionati dal compiere atti vandalici. Soprattutto, parliamo di un periodo in cui era di moda sottrarre dall’abitacolo cassette, oggetti e autoradio. Si passa, poi, piano piano ai sistemi di allarme volumetrici, fino ad arrivare ai sensori, al comune (sempre efficace), blocca pedali e volante, immobilizer. A sparigliare le carte è stato l’avvento degli smartphone e di tutti i nuovi sistemi informatici, che permettono di rintracciare in qualsiasi momento la posizione delle vetture.

COSA OFFRE IL MERCATO

I concessionari hanno a disposizione una vasta gamma di suggerimenti per gli automobilisti sugli antifurti auto, oltre a quelli delle Case costruttrici. A seconda delle esigenze dei clienti possiamo suddividerli in tre tipologie: elettronici, satellitari e meccanici. Per i primi esistono due tipologie: a sirena dotati di sensori, che sono alloggiati nella parte interna o esterna della vettura e suonano all’avvicinarsi (troppo) ad essa. Nonostante il rumore è facile disinnescarlo per il ladro; mentre l’altro il c.d.immobilizer non consente di accendere l’auto se non si ha la chiave, dato che interrompe il circuito elettrico. Questo è ormai su quasi tutte le vetture, visto che molte assicurazioni non stipulano le polizze su quelle che ne sono sprovviste. Gli antifurti meccanici sono i più sicuri, tra questi: il blocca sterzo, il blocca pedali, l’immobilizer. Un discorso a parte va fatto per quelli satellitari, che adottano il principio della localizzazione. Va da se che questa tipologia viene spesso usata su vetture con tecnologia, a sua volta può supportare una centralina in grado di fornire la tracciabilità della posizione del veicolo. Lato sicurezza, essendo un sistema creato sulla connessione e dato che non  sempre il GPS riesce a rilevarla, non esiste il 100% di affidabilità.

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