Il 2021 dei dealer, tra crisi dei chip e il futuro del sistema distributivo

“Un bilancio complicato, con l’ultima parte dell’anno, in particolare, condizionata dall’assenza di componentistica, che ha portato alla chiusura di fabbriche in giro per il mondo e ad una riduzione nella produzione di autovetture“: con queste parole, il presidente di Federauto Adolfo De Stefani Cosentino descrive il 2021 vissuto dai concessionari.

Nella prima parte dell’anno, in aggiunta, ci sono stati i numerosi stop&go degli incentivi, che hanno frenato la ripresa. “Tutto sommato, però, credo che il settore abbia retto” sintetizza il presidente di Federauto.

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IL 2021 DEI CONCESSIONARI

Aldilà della situazione contingente, il tema dell’anno è stato il futuro del sistema distributivo, che può cambiare pelle per effetto delle nuove regole europee a tutela della concorrenza (nuova BER), trasformando le aziende da dealer ad agenzie (come ha già fatto Smart).

“Certamente Federauto ha speso molte energie nell’interlocuzione sul rinnovo del Regolamento: di certo, tutte le Case intendono ridurre il costo della distribuzione e alcune di esse parlano di cambiare il contratto, dalla tradizionale concessione al contratto di agenzia. Questo però porta a una snaturalizzazione del ruolo del concessionario“.

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COSA ASPETTARSI DAL 2022?

Adolfo De Stefani Cosentino poi si sofferma sulle aspettative per il prossimo anno. Se nel 2022 il nuovo Regolamento non verrà ancora applicato (il 2023 sarà l’anno chiave in questo senso) per quanto riguarda il mercato “il primo semestre del 2022 si presenta ancora molto complicato, con un’ulteriore restrizione del mercato causata dall’impossibilità di soddisfare la domanda”.

Infine, di fronte a chi dispensa ottimismo per la seconda parte del 2022 il presidente di Federauto smorza gli entusiasmi delle stime. “A nostro avviso, la seconda parte dell’anno sarà meno peggio rispetto alla prima, ma non ancora in linea con le nostre aspettative” conclude De Stefani Cosentino.

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