Come riorganizzare il business della concessionaria dopo il lockdown?

Remix: una parola che oggi assume un grande significato per i dealer. Una volta che la fase 2 sarà partita, infatti, la prima sfida sarà quella di riorganizzare il business della concessionaria dopo due mesi di lockdown. Come fare? Lo abbiamo chiesto a Gabriele Maramieri, general manager di Quintegia per la nostra rubrica “3 domande a”.

Un fatto è certo: il Coronavirus ha travolto come uno tsunami le concessionarie, ma adesso i dealer sono pronti a ripartire. Per farlo nella maniera giusta, dovranno tener presente diversi aspetti. Vediamoli nel dettaglio.

IL BUSINESS DELLA CONCESSIONARIA DOPO IL COVID: 3 DOMANDE A GABRIELE MARAMIERI

NUOVE CARTE IN TAVOLA

“Stiamo entrando nella fase di restart, che può durare da maggio ad agosto. E sappiamo che il mercato dell’auto è sempre stato influenzato da due fattori, il reddito spendibile e l’indicatore di fiducia. Due elementi che impattano molto sul trend delle vendite e sulla situazione generale” esordisce Maramieri.

Dal 4 maggio in poi, i concessionari si troveranno di fronte ad un contesto completamente mutato rispetto al passato, di grande volatilità e incertezza. “Dal nostro punto di vista, prevediamo ancora maggiore polarizzazione della clientela e, dunque, sarà fondamentale che gli operatori imparino a dialogare con due fazioni: chi potrà permettersi un’auto ma avrà necessità di uno stimolo per essere ingaggiato e chi avrà una necessità di acquistare l’auto ma non potrà permettersela. Una sfida importantissima sarà quella di fornire ‘l’accessibilità’ a questi ultimi clienti” spiega Maramieri.

Crisi concessionari auto Coronavirus

SU COSA PUNTARE

Quattro sono, secondo Maramieri, i cardini fondamentali su cui i concessionari devono puntare. “In primis, efficientare sedi, personale e sistemi, per sostenere i costi emergenti. In secondo luogo, potenziare il marketing e orientarsi sempre di più verso le attività di post vendita. Terzo punto: costruire un customer journey nuovo, più sartoriale. Infine, non dimentichiamo l’area dell’usato, che diventerà una leva fondamentale”.

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UN FUTURO DIGITAL?

Se fino a qualche mese fa il tema era quello di una crescente integrazione tra fisico e digitale, oggi le cose sono cambiate. “Ora credo che non parleremo più di ‘fisco con digitale’ come facevamo prima, ma di ‘digitale con fisico’. Questo porterà a una revisione dei processi e del mix di competenze, e a ripensare gli spazi fisici degli showroom”

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