De Stefani Cosentino: le sfide della presidenza di Federauto

“L’obiettivo principale del mio mandato è quello di riportare i concessionari nella loro casa comune, che è Federauto“. Parola di Adolfo De Stefani Cosentino, neo presidente della Federazione che riunisce i dealer di tutti i marchi di auto, veicoli commerciali e veicoli industriali commercializzati in Italia.

Nominato all’unanimità il mese scorso, DealerLink lo ha intervistato a margine de “La Capitale Automobile Usato&Classic”, organizzata a Roma qualche giorno fa da Fleet & Mobility.

RIPORTARE I DEALER IN FEDERAUTO

Tanti i temi sul tavolo di Federauto: dallo sviluppo associativo all’evoluzione della mobilità passando per la riforma della fiscalità. Ma per il numero uno della Federazione, lo sforzo principale è orientato in primo luogo a riportare “dentro” tutti i concessionari.

“Federauto dovrebbe essere la casa di tutti i concessionari piccoli e grandi, del Nord, del Centro e del Sud. Il mio obiettivo è cercare di avvicinarli di più a Federauto, che per troppo tempo è stata distante”.

Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto

Anche per questo motivo, Federauto ha varato delle modifiche statutarie che porteranno la Federazione verso un nuovo assetto organizzativo, in sinergia con la struttura centrale e territoriale della Confederazione.

concessionari auto italiani

“Essendo più radicata e distribuita sul territorio, Confcommercio consentirà un maggiore rapporto diretto anche col concessionario. Senza con questo, però, ignorare tutte le associazioni di marca che siedono nel Consiglio di amministrazione di Federauto”, sottolinea il numero uno di Federauto.

FISCALITA’ E RAPPORTI CON LE CASE

Il lavoro non manca di certo. Un tema molto importante da affrontare, ad esempio, è quello relativo alla fiscalità dell’automotive. “Il trattamento delle autovetture in Italia, specialmente per quelle aziendali, è fuori dalla logica di ogni Paese europeo”, osserva con disappunto De Stefani Cosentino.

Altra questione pressante – tra le primissime voci all’ordine del giorno in ogni riunione della Federazione – è quella relativa al miglioramento dei rapporti tra Case automobilistiche e dealer, “che oggi vediamo molto squilibrati in un rapporto di posizione un po’ troppo dominante”.

ELETTRICO E OTTIMISMO PER IL FUTURO

Quanto al resto, “vorremmo che ci fosse più informazione per quanto riguarda il non inquinamento delle attuali autovetture, veicoli commerciali e veicoli industriali”, prosegue De Stefani Cosentino riferendosi alle vetture con motorizzazione diesel, oggi più bersagliate che mai.

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La strada che concessionari e Case auto devono seguire, in questo caso, è molto chiara: riequilibrare la mix del prodotto in Salone in base alla domanda dei clienti. “Pare che ci sia una crescita della richiesta di benzina piuttosto che ibrido a scapito del diesel, quando nel nostro Paese gira prevalentemente diesel”, constata il presidente di Federauto.

Statistiche Traffico in Italia

Dal diesel si passa all’argomento per certi versi spinoso dell’elettrico: “dalle proiezioni sarà una componente della circolazione nel futuro, ma non sarà l’unica motorizzazione. Io lo associo alla produzione dell’energia eolica nell’ambito dell’energia elettrica: è un di cui, ma non può essere la parte principale”.

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UN CLIMA DI INCERTEZZA

Tutte queste sfide si collocano in un contesto fortemente incerto. “Il mercato potrebbe avere certamente un maggior sviluppo se ci fosse più chiarezza, convinzione e informazione, per quanto riguarda l’utilizzatore. Perché non posso pensare di acquistare una vettura se poi mi dicono che deve stare ferma anche se non è inquinante”.

Secondo De Stefani Cosentino, dunque, l’incertezza del mercato attuale non è dettata dalla crisi economica ma è l’effetto di questi spauracchi, aggravati dalle elezioni e dalla non certezza di un governo. “Il mercato non va come noi prevedevamo – conclude – ma non credo che dovremmo andare troppo sotto rispetto al risultato dell’anno scorso. Federauto è fatta da imprenditori e se non avessimo un po’ di ottimismo, forse, dovremmo cambiare lavoro”.

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