Carlos Tavares ha fatto arrabbiare Federauto

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Intervistato dal Corriere della Sera, Carlos Tavares ha risposto di sì a chi gli chiedeva se, visto il recente e di successo approdo online del gruppo Stellantis, le concessionarie non fossero qualcosa appartenente al passato: “se non fanno felici i loro clienti, lo saranno”.

Per poi aggiungere che “ciò che sta effettivamente cambiando, è che i produttori non potranno più permettersi di sostenere i concessionari in un contesto di aumento dei costi. Non abbiamo più bisogno di avere showroom di duemila metri quadri, vere e proprie cattedrali, per presentare i modelli. Questi costi non corrispondo più alla realtà di oggi. Per i concessionari, è l’occasione per compiere una svolta verso la qualità del servizio e la frugalità”.

LA RISPOSTA DI FEDERAUTO

Che Stellantis non serbasse indefessa fedeltà alla propria rete di concessionarie è un fatto già noto. Già da tempo il gruppo ha annunciato la disdetta, a partire dal 31 maggio 2023, di tutti i contratti con le officine autorizzate e i concessionari europei, a partire da quelli dei brand premium di Alfa Romeo, DS e Lancia. Si ipotizza, il passaggio da dealer ad agenti, così come messo in atto o in progetto da numerose altre Case Costruttrici, in Italia e all’estero.

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Faccia quel che voglia con la propria rete di distribuzione, ma che non si azzardi a dire che le concessionarie non servono più, sembra aver pensato Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, nel leggere l’intervista di Tavares. Cui, tramite le pagine di Quattro Ruote, ha così risposto: “[Tavares] confonde il concetto di soddisfazione del cliente con l’efficienza delle concessionarie e mette impropriamente in relazione l’insostenibile crescita dei costi di produzione delle auto con le caratteristiche degli showroom.

Adolfo De Stefani Cosentino Federauto

Sono i costruttori ad avere imposto alle reti l’implementazione degli standard, aumenti di working capital, ristrutturazioni sempre più onerose, ad aver scaricato sulle reti gli oneri di sistema e processuali. L’auto è un bene durevole e quindi la presenza capillare della rete distributiva è indispensabile. Vogliamo sperare che l’idea di una distribuzione dell’auto senza i concessionari sia una moda del momento”.

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