Manutenzione auto, non più solo “un male necessario”

manutenzione

Nell’elenco dei costi di gestione di un veicolo, tra le voci più importanti vi è quella dedicata alla manutenzione. “Un male necessario” cui nessun automobilista può sottrarsi e che, negli ultimi anni, ha subito una radicale trasformazione.

Non si parla più di interventi a posteriori ma di una costante attività di monitoraggio, una manutenzione il cui fine non è più quello di risolvere i problemi ma di evitarli. La manutenzione, dunque, diventa oggi strategia proattiva per efficientare la spesa dedicata all’auto aziendale, evitando gli sprechi di tempo ed energia dovuti dal fermo di veicoli usurati. Ne abbiamo parlato con Luca Morini, ceo di G.p.S. Group.

Approfondisci: 3 automobilisti su 4 scelgono i dealer per assistenza e manutenzione

DL: Com’è cambiato il settore della manutenzione auto in quest’ultimo anno?

Più che nell’ultimo anno, direi che è da cinque anni a questa parte che il settore della manutenzione auto sta drasticamente cambiando. È cambiato il modo di fare manutenzione, perché la tendenza, oggi, è quella di rincorrere il tempo. Tutte le attività che girano attorno al veicolo sono finalizzate a ridurre tempi e costi. Di certo, l’avvento del Covid con l’impennata dello shopping online ha comportato un aumento dell’attività dei corrieri, esperti o novelli, e la manutenzione del ramo è aumentata di conseguenza.

Luca Morini, ceo G.p.S. Group

DL: Qual è il futuro della manutenzione?

In futuro la manutenzione non dovrà più essere vista come un “male necessario”, ma bisognerà comprendere la sua capacità di rendere più efficienti i veicoli. Per renderli davvero efficienti, però, è necessario giocare d’anticipo, attuare cioè un’analisi predittiva delle necessità della vettura. Ci dimenticheremo per sempre dell’officina di prossimità che lavora sei ore al giorno. La manutenzione deve essere fatta quando il veicolo non si muove, la sera, la notte, al sabato e alla domenica. E va fatta anticipando eventuali problematiche che, se trascurate, potrebbero aggravarsi e determinare un lungo fermo del veicolo, con tutti i problemi del caso.

DL: Che ruolo ha la tecnologia nella manutenzione più moderna?

I device sono ormai la norma, parte integrante dei veicoli aziendali. Quel che si fa ancora troppo poco, però, è una lettura attenta dei dati generati dai device come base per un’attività proattiva. Gli odierni strumenti tecnologici offrono una serie di valori che, se ben mixati tra loro, mostrano lo stato puntuale del veicolo. Non tutte le anomalie sono segnalate sul cruscotto, ecco perché la lettura dei dati è fondamentale per una manutenzione immediata, per ridurre il rischio di problemi futuri e, di conseguenza, gli eventuali costi di riparazione e di fermo.

 

DL: Qual è il peso della manutenzione sui costi di gestione del veicolo?

Il costo della manutenzione è parte integrante del prezzo di un veicolo. Un costo inevitabile, a differenza di quelli dovuti a incuria, manutenzione non effettuata o rotture improvvise, inconvenienti che capitano quando non si monitora a sufficienza lo stato delle vetture. Il punto non è non spendere, ma spendere meglio. Investire cioè in una manutenzione corretta, per risparmiare sia in termini di fermo che di costi di riparazione.

 

DL: Una case history di manutenzione efficace ed efficiente?

Di recente, con CSM 360 abbiamo accettato la sfida dell’”azienda col sorriso”, la cui mission è di consegnare il pacco al cliente nel tempo più breve possibile. Per lei, abbiamo rivoluzionato l’idea stessa di manutenzione. Tutti i veicoli sono costantemente monitorati.

 

Nei centri aziendali abbiamo installato degli Angels, ossia delle officine specializzate attive 24 ore su 24, 7 giorni su 7, pronte a intervenire quando ce n’è bisogno, equipaggiate di stock di ricambi forniti dei pezzi di più facile rottura, ad esempio gli specchietti retrovisori, così che il veicolo non debba interrompere la propria attività in attesa dell’ordine. Mentre due sabati al mese attuiamo interventi di analisi sui veicoli presso hub dedicati, per accompagnare all’analisi predittiva una visita dal vivo della vettura. È una nuova forma di manutenzione che evita il fermo dei veicoli e che ha permesso all’azienda “sorridente” di avere attualmente il 98% dei veicoli sempre su strada.

Leggi anche: Come dare valore al business del post vendita?

QUANTI TIPI DI MANUTENZONE ESISTONO?

1.      In origine la manutenzione dell’auto fu reattiva, operante cioè solo in caso e dopo il verificarsi di un malfunzionamento o di una rottura del veicolo.

2.      Arrivò poi l’epoca della manutenzione preventiva, quella programmata, da effettuarsi a scadenze regolari dopo un tempo standard o una certa intensità di utilizzo – un po’ come il tagliando auto, da effettuarsi ogni due anni o dopo circa 15 mila chilometri.

3.      Oggi la manutenzione è predittiva, e sempre più lo sarà in futuro. Caratterizzata da un approccio metodologico che prevede l’impiego di tool per il condition monitoring, di strumenti cioè che controllano le prestazioni dell’auto costantemente, individuando eventuali anomalie e segnalandole ben prima che si arrivi alla rottura.

TOGLIETEMI TUTTO, MA NON LA MANUTENZIONE AUTO

Ritroviamo oggi una fotografia molto simile a quella del 2013-2014, gli anni di peggiore crisi del mercato della cura e manutenzione dell’auto” ha affermato recentemente Marc Aguettaz, country manager di GiPA Italia. Eppure, la manutenzione non si tocca e i costi necessari a mantenere la propria auto “in salute” non rientrano nella lista delle spese da tagliare per sopperire alla crisi economica causata dall’emergenza pandemica.

Solo 15 automobilisti su 100 hanno infatti dichiarato l’intenzione di ridurre la spesa per la manutenzione, mentre il 78% prevede di mantenerla stabile. Il futuro non è fosco, dunque, ma di certo alle officine spetterà il compito di affinare le armi per fidelizzare i clienti.

Per saperne di più: GiPA: il punto sull’automotive aftermarket italiano

Partecipa alla discussione

Leggi anche