Truffa auto usate: ecco come si organizza, ai danni delle concessionarie e rivenditori

Una tempesta perfetta attraversa il mondo dell’auto. Viviamo in un momento storico di transizione tecnologica a cui si aggiunge il persistente problema dei semiconduttori.

La crisi della “supply chain” porta a lunghi tempi di consegna e conseguente mancanza di approvvigionamento di nuovo prodotto auto. Un periodo nero per il mondo automotive e non solo, con la pandemia che ancora spaventa e la guerra che imperversa fin dentro all’Europa.

What else?” Direbbe un famoso “Giorgio” del Kentucky.

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Auto usata: la nuova corsa all’oro

Un periodo di grande incertezza, che confonde le idee ai consumatori intenti alla ricerca di una nuova automobile. Infatti, c’è la deadline dettata dall’Europa con “fine vita” per i motori endotermici al 2035. Una ricerca che si scontra con i listini auto sempre più alti e quando ci si approccia al mercato dell’usato le sorprese possono essere assai poco piacevoli.

Infatti, capita sempre più spesso che professionisti del settore, indotti dalla scarsa reperibilità di prodotto, si “buttino a capofitto” su auto profittevoli, abbassando la guardia. Una nuova “corsa all’oro” che, come spesso accade dietro al facile profitto, nasconde una vera truffa.

Non un inganno qualsiasi facilmente riconoscibile da controlli di routine ma, come vedremo, un raggiro ben articolato e studiato nei minimi dettagli, per riuscire a far cadere nella trappola anche i professionisti più competenti e preparati.

Truffa auto usate: come si organizza

Abbiamo avuto l’opportunità di parlarne con chi, da anni, ci mette la faccia e ha fatto della lotta alle “auto usate schilometrate” una vera e propria Crociata.

Si chiama Alfredo Bellucci, proprietario della concessionaria Car km reali e fondatore della community Non prendermi per il Chilometro.

Gli abbiamo chiesto di spiegarci come si organizzala truffa perfettaai danni di concessionari e rivenditori di auto usate. Ecco quanto raccolto dopo numerose segnalazioni ricevute, spiegato per punti.

Alfredo Bellucci, fondatore di Non prendermi per il Chilometro

La truffa perfetta: i requisiti

Innanzitutto servono dei requisiti minimi per riuscire ad essere convincenti e autorevoli agli occhi del mal capitato.

Bisogna avere una o più partite Iva come rivenditori di autoveicoli e iscriversi alle piattaforme online di vendita auto dedicate agli operatori di settore.

L’iscrizione alle piattaforme del settore

Avere la partita Iva è fondamentale per poter accedere allo stock online di vendita di auto all’asta, dove si trovano veicoli provenienti soprattutto dal mondo del noleggio e remarketing.

Ogni grosso gruppo di concessionari, o società specializzate nel noleggio a lungo e breve termine, ha una propria piattaforma di aste online.

Il recupero dei dati auto

A questo punto siamo entrati nel sistema di vendita di auto stock online, perfettamente mimetizzati con gli altri rivenditori. Inizia la raccolta dei dati delle auto usate che ci permetterà di avere tutte le informazioni riguardo ai veicoli.

Infatti, è proprio qui che tutti gli utenti registrati possono visualizzare le singole schede tecniche e foto dettagliate delle auto all’asta. Con tanto di perizia tecnica fatta da società di certificazione globalmente riconosciute.

Rubare l’identità di valore

Dopo aver selezionato e scaricato tutto il materiale utile: file, foto, liste auto e perizie è il momento di mettersi all’opera.

Il truffatore mantiene sempre il logo e grafica originale dell’azienda autorevole, per non destare sospetti. Anzi, compie un passo ulteriore utilizzando non solo il nome di una azienda conosciuta nel settore ma anche quello di figure professionali riconducibili alla medesima azienda.

Di fatto “ruba l’identità” di una persona, semplicemente creando una email con la stessa anagrafe (nome e cognome oltre alla carica in azienda) che, ovviamente, differisce per piccoli particolari (per esempio una S.r.l. che diventa una S.p.A. o viceversa).

Prezzo basso ma non troppo

A regolare le quotazioni dell’usato ci pensa il listino Eurotax ma in questo periodo basta abbassare di poco il prezzo richiesto per risultare appetibili agli occhi di altri rivenditori e concessionari.

Un piccolo sconto, anche solo del 10% per non destare sospetti, ed ecco che i professionisti del settore, accecati sia dal profitto sia dalla scarsità di prodotto, abbassano la soglia di attenzione e “abboccano”.

La ricerca dei compratori

La ricerca dei potenziali interessati deve essere mirata. Visto il periodo storico deve sembrare una situazione “più unica che rara”. Un jackpotsuggerito” direttamente da un consulente che, guarda caso, ti contatta via email o tramite WhatsApp.

Ma come si recuperano i contatti? Semplice, basta usare famosi portali online e cercare gli annunci dei rivenditori di auto e concessionari.

Il truffatore si crea un vero e proprio database di persone del settore da contattare, proponendo la lista di auto fuori asta con tutte le informazioni a corredo, da comprare rigorosamente in blocco.

La truffa del conto corrente

Una volta conclusa la trattativa, la richiesta del truffatore sarà quella di ricevere subito una caparra per bloccare lo stock auto proposto. Per non destare sospetti le coordinate bancarie che andrà a proporre faranno riferimento a nomi di grosse società del settore.

Proprio come per il furto di identità, basta un piccolo dettaglio per creare una società fittizia dal nome “molto simile” a quella conosciuta, creando fiducia nel compratore.

Una volta ricevuta la somma concordata, la stessa verrà girata immediatamente dal truffatore con un bonifico su conti esteri. Infatti, oggi la banca non è più tenuta a verificare che il conto corrente a cui si accredita il bonifico corrisponda realmente all’azienda da cui prende il nome.

Attenzione alla truffa: non è tutto oro quello che luccica

Questo tipo di truffa sta facendo vittime illustri tra rivenditori e concessionari. Tanto che lo stesso Alfredo Bellucci, con la sua community e attività, ha ricevuto decine di segnalazioni su questo tema e richieste d’aiuto.

Quindi è bene informare tutti gli operatori del settore che, in questo momento storico, la fortuna di ricevere in “offerta” uno stock di auto usate invendute, con pochi chilometri e anni di vita, è quanto mai una situazione irrealizzabile.

Leggi anche: Auto a km zero e aziendali: dove sono finite e quali sono le alternative

Come difendersi dalla truffa auto usata

Attenzione alla dialettica convincente ma il primo sospetto deve essere il prezzo attraente. Uno sconto del 10 o 15% sui prezzi pre-Covid è già un campanello d’allarme, visto che oggi avrebbe un valore di mercato più alto e sarebbe venduto in tempi brevi.

Non si può pensare poi di ricevere una mail commerciale da un profilo che non sia aziendale. Bisogna verificare in profondità le generalità di chi ci contatta. Come? Scrivendo mail dirette alle aziende che ci propongono queste “imperdibili”.

Infatti le società che vendono queste auto non contattano mai con presunti agenti i rivenditori d’auto perché hanno una piattaforma d’aste dedicata per creare competizione tra gli stessi rivenditori e far salire il prezzodel ferro”.

Come segnalare un tentativo di truffa

Quando si capisce di essere vittima di una truffa online, bisogna subito contattare le Forze dell’ordine. La Polizia Postale è l’organismo più indicato per sporgere denuncia, in quanto specializzato in reati informatici.

Alfredo Bellucci, tramite la sua associazione, si occupa anche di questo. Se avete ricevuto un tentativo di truffa potete segnalarlo sul sito nonprendermiperilchilometro.it

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