Come vendere la micromobilità elettrica in concessionaria?

La micromobilità elettrica è diventata il tema più discusso dopo i cambiamenti lasciati dal Covid. E mentre rimaniamo in attesa di chiarimenti sui bonus e sulle normative, ragioniamo già sulle strategie che deve adottare un Dealer, ma anche una Casa auto, per vendere la micromobilità elettrica.

Ospite della nostra rubrica 3 Domande A di questa settimana, Pietro Maresca, Presidente della Federazione Concessionarie Confcommercio Ascom Bologna, per fare il punto sulla mobilità intermodale.

MICROMOBILITÀ ELETTRICA: TRE DOMANDE A PIETRO MARESCA

Strategie di vendita: come consolidare il business?

I monopattini hanno iniziato a popolare le nostre città già da qualche tempo, poi complice una normativa poco chiara, molti produttori avevano sospeso i servizi di sharing.

Ora, a seguito del lockdown e il conseguente timore nei confronti dei mezzi pubblici, la micromobilità elettrica torna ad essere un tema di grande interesse, soprattutto dopo lo stanziamento del famoso Bonus Mobilità inserito nel Decreto Rilancio.

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Acquistando una bicicletta tradizionale, elettrica o a pedalata assistita, ma anche un monopattino elettrico o un Hoverboard (ma non solo), si può avere diritto al rimborso del 60% della spesa, a patto che si risieda in un comune con più di 50.000 abitanti.

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“Un tema di grande attualità in questi mesi”, spiega Pietro Maresca, “noi come Federazione Concessionarie raggruppiamo categorie di Dealer di automobili, motocicli, biciclette e ricambi, quindi il monopattino elettrico può rientrare in modo trasversale in queste categorie. Ragion per cui, già dalla fine del 2019 ci eravamo interessanti, insieme alle istituzioni locali, a queste tipologie di mezzi, per capire come potessero essere accompagnate in primis a un percorso di sicurezza verso i nostri clienti”.

“Certamente, dopo l’emergenza Covid, che ha sconvolto un po’ le regole della mobilità e il conseguente bonus che è stato emanato, ha accelerato questa transizione verso l’utilizzo della micromobilità elettrica”.

Come vendere la micromobilità elettrica?

Una mobilità intermodale, come oggi si usa chiamarla, che vada ad integrare i mezzi tradizionali, senza però andare a sostituirli.

“Per diventare un business consolidato, questo dipende dalla categoria”, continua poi Maresca, “il venditore di bici e moto forse può essere più agevolato rispetto a quello di automobili, che magari lo può vedere come un qualcosa di collegato alla propria attività principale”.

Dai Costruttori ai Dealer, la micromobilità elettrica associata all’auto

Molti Costruttori hanno ampliato la propria offerta di mobilità, iniziando a proporre anche mezzi di trasporto per la mobilità intermodale, come biciclette elettriche, a pedalata assistita e monopattini elettrici.

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“Strategie di vendita interessanti, sono state a mio avviso, quelle di proporre il monopattino all’interno di un canone di noleggio”, spiega Pietro Maresca, “ma anche come optional, con un alloggiamento dedicato nel vano bagagli e magari con una presa di ricarica, per caricarlo strada facendo”.

Comunque l’idea è quella di intendere la micromobilità come un accessorio alle soluzioni tradizionali: “come si pensava in passato alle biciclette elettriche pieghevoli, così è per i monopattini, con il vantaggio si essere più leggeri, facilmente trasportabili e ripiegabili in un bagagliaio anche non necessariamente troppo grande”.

Chi compra i monopattini elettrici?

Arriviamo quindi al nocciolo della questione: chi sono gli acquirenti interessati alla micromobilità elettrica?

“Non sono mezzi per tutti e mi riferisco proprio alla pratica dell’utilizzo: bisogna che la persona sia un po’ dinamica che si sposta spesso nei centri, i pendolari, ma anche i turisti”, conclude Pietro Maresca.

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