Ecobonus auto: un incentivo per pochi

come elettrificare la concessionaria?

L’ecobonus per le auto è il grande protagonista del Decreto Rilancio, pubblicato questa settimana sulla Gazzetta Ufficiale. Un provvedimento che è nato (sulla carta) alla fine del 2018, è entrato in vigore nell’aprile del 2019 e ha sempre fatto discutere.

Il suo obiettivo, infatti, è nobile: stimolare la domanda di auto a basse emissioni. Ma fin da subito non hanno convinto l’abbinamento con l’ecotassa (che a tutti gli effetti è un disincentivo) e il fatto che l’agevolazione riguardasse appena il 2% del mercato, dato che coinvolge soltanto le auto elettriche e le auto ibride plug-in (la soglia coperta, inizialmente, arrivava a 70 g/km di CO2, poi quest’anno è stata abbassata a 60 g/km).  

Adesso, dopo l’avvento del Covid, le associazioni dell’automotive, con un mercato calato a picco a causa del lockdown avevano chiesto un’estensione della fascia interessata. Senza successo. E, quindi, l’ecobonus, ancora una volta, è finito sotto i riflettori. Potremmo definirlo un incentivo per pochi. Anche se indubbiamente l’offerta dei Costruttori si sta spostando inevitabilmente verso modelli a basse emissioni. Ricordiamo qui le principali tappe della storia dell’ecobonus e come funziona.

COME FUNZIONA L’ECOBONUS

L’ecobonus auto prevede un contributo di 4.000 euro per l’acquisto di un veicolo con emissioni da 0 a 20 g/km. Si scende a 1.500 euro nel caso in cui i livelli di CO2 siano un po’ più alti, da 21 g/km a 60 g/km.

auto elettriche: come funziona l'ecobonus

Il contributo aumenta in caso di rottamazione (6.000 euro, per modelli da 0 a 20 g/km, e 2.500 euro, per quelli da 21 g/km a 60 g/km). Si possono rottamare le auto Euro 0, 1, 2, 3 e 4.

LA STORIA DELL’ECOBONUS AUTO

2019

Inserito per la prima volta nella Legge di Bilancio del 2019, l’ecobonus auto è nato nell’ambito del provvedimento del bonus-malus, per accompagnare il cammino del mondo delle quattro ruote verso il green. L’entrata in vigore, dopo mesi di discussioni e ritardi, è avvenuta ad aprile 2019. Fondo disponibile: 60 milioni di euro.

Le polemiche iniziali hanno riguardato, oltre all’abbinamento con il malus, una svista clamorosa: le vetture Euro 0, ovvero le più vecchie, all’inizio erano escluse dalla possibilità di rottamazione per usufruire del bonus. Già lo scorso anno, poi, le associazioni automotive avevano evidenziato la fascia limitata di modelli agevolati.

PRIMI RISULTATI

I risultati dell’ecobonus nel 2019 parlano di circa 13mila auto a basse emissioni immatricolate (delle quali oltre 10mila elettriche), ma non è un caso che il fondo di 60 milioni di euro non sia stato esaurito.

L’ecobonus, in definitiva, una volta entrato in vigore non ha dato un boost alle vendite dei concessionari e al ricambio del parco circolante. Il motivo principale è intuibile: i modelli interessati sono caratterizzati da un prezzo di listino piuttosto elevato.

ecobonus per le auto elettriche: novità del Decreto Rilancio

2020

Pre-Covid

Da gennaio si erano riaperte le prenotazioni dei contributi. Disponibili 40 milioni di euro fino al 30 giugno, con la previsione che, considerando il lancio di numerosi modelli interessati dall’agevolazione nei primi mesi dell’anno, sarebbero stati di nuovo rifinanziati. Poi è arrivato il Coronavirus. E le associazioni, Federauto compresa, avevano chiesto di estendere l’agevolazione.

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Post-Covid

Ad oggi il Decreto Rilancio non ha cambiato le fasce agevolate, ma ha aumentato i fondi: si sono aggiunti altri 100 milioni di euro per il 2020 e 200 milioni di euro per il 2021. Una spinta, certamente, per le auto elettriche e ibride, ma certamente insufficiente, come hanno fatto notare le associazioni in questi giorni, per rilanciare un mercato ferito dal Covid.

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