Ecco come i concessionari possono beneficiare dei Fondi per l’innovazione

Si chiamano Fondi per l’innovazione e, anche se pochi lo sanno, sono un vero e proprio tesoro a disposizione dei concessionari: permettono infatti alle aziende di recuperare, sotto forma di credito di imposta, le spese sostenute per innovare la propria attività e trasformare i propri processi interni.

Fondi per l'innvazione

Se ne è parlato la scorsa settimana nel corso dell’Automotive Innovation Day, evento organizzato da Fast Automotive, insieme a BtheOne Automotive, con la partecipazione di Esosphera, Koola e automobile.it, presso gli uffici di eBay Italia, a Milano.

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COSA SONO I FONDI PER L’INNOVAZIONE

I Fondi per l’innovazione sono stati stanziati dall’Unione Europea per il periodo 2015-2020, nell’ambito della normativa Horizon 2020, a sostegno delle aziende di qualunque tipologia. In Italia, sono entrati in vigore con la Legge Finanziaria approvata nel 2014. L’agevolazione fiscale prevista consiste nell’ottenimento di un credito d’imposta pari al 50% dell’importo sostenuto nell’anno per spese assimilabili a ricerca, sviluppo e innovazione.

L’importo minimo agevolabile ogni anno è di 30.000 euro e, aspetto importante, la legge è retroattiva, ovvero quest’anno può essere sfruttata anche per le spese effettuate nel 2016 e nel 2017.

Nel nostro Paese, però, finora soltanto una piccola percentuale delle aziende (all’incirca il 16%) ne ha beneficiato. Come mai? Secondo Fast Group, che si occupa, tra le altre attività, di fare consulenza  su queste tematiche, una lacuna importante si trova nel testo della legge, che non cita la parola “innovazione”, ma solo “ricerca e sviluppo”. Per fare chiarezza, abbiamo intervistato Matteo Fanchini, Consulente R&D di Fast Group.

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QUANDO È POSSIBILE OTTENERE L’AGEVOLAZIONE FISCALE

“Le spese rimborsabili sono, per fare qualche esempio, quelle per la creazione del sito web, l’adozione di un nuovo software di competività, l’incremento del BDC (Business Development Center), la crescita del personale in azienda dedicato ad attività innovative” spiega Fanchini.

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“In sostanza, tutto ciò che l’azienda non faceva prima e adesso fa è assimilabile come innovazione, e, quindi, è contemplabile nella normativa” sintetizza il manager. Come fare, però, per essere sicuri al 100% di non essere poi smentiti dall’Agenzia delle Entrate? A Roma, proprio per rispondere con certezza a questo quesito, è stato abilitato un centro di ricerca riconosciuto dal MISE, che certifica la coerenza delle richieste con la normativa.

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