La Cassazione: no alla targa prova sui veicoli immatricolati. Un’altra tegola sui concessionari?

Targa prova sentenza Corte di Cassazione

Non bastavano le difficoltà determinate dall’avvento del Covid e da questi mesi a dir poco complicati. Adesso sui concessionari si potrebbe abbattere un’altra tegola: stiamo parlando della recente sentenza della Corte di Cassazione, che boccia l’utilizzo della targa prova sui veicoli immatricolati.

Se diventasse legge a tutti gli effetti – precisiamolo, per ora si tratta soltanto di un orientamento giurisprudenziale – sarebbe una complicazione non da poco per il lavoro dei dealer, che usano abitualmente la targa prova dell’auto durante il loro lavoro quotidiano per far sostenere i test drive ai clienti o per percorrere brevi tragitti indispensabili per le operazioni di manutenzione.

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TARGA PROVA: COSA DICE LA CASSAZIONE

Non si tratta di una novità. Già nel 2018 il Ministero dell’Interno, con una circolare, aveva dato un parere negativo sull’utilizzo della targa in prova sui veicoli già immatricolati, creando un primo dibattito, che era stato poi calmierato da una posizione favorevole espressa invece dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

targa prova concessionari

Dopo un lavoro congiunto di analisi i due Ministeri hanno chiesto un parere alla Corte di Cassazione. Che nei giorni scorsi si è espressa, definendo la targa prova una deroga che “sana la mancanza di carta di circolazione e, quindi, di immatricolazione, ma non sana, né la mancanza di revisione né l’uso per competizioni sportive al di fuori dell’ambito in cui tale circolazione è consentita”. 

LA SITUAZIONE ATTUALE

E adesso cosa succederà? Nei giorni scorsi AsConAuto ha provato a fare un po’ di chiarezza. “Il caso è in evidenza al Ministero dei Trasporti con cui, tramite Federauto, siamo in contatto. Il Ministero dei Trasporti e il Ministero dell’Interno hanno predisposto uno schema di regolamento, recante modifiche al DPR 474/2001, per una ridisciplina organica della targa prova. È in corso la consultazione dei pareri richiesti. Non appena il regolamento sarà definito sarà anche nostra cura darne la necessaria diffusione” ha spiegato il presidente dell’associazione, Fabrizio Guidi.

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Di fronte a questa sentenza della Corte di Cassazione, che turba un mercato già devastato dalla pandemia, il pensiero di AsConAuto è chiaro. “Le autorità competenti intervengano per perseguire eventuali abusi solo nei casi in cui della targa prova sia fatto un uso improprio, ma gli utilizzi professionali sono da tutelare. L’uso della targa prova ha un costo notevole. E noi lo sosteniamo convinti, per far provare l’auto, nuova, usata o riparata a un cliente, per portarla da una officina a un’altra, per lavare l’auto e così via” sostiene Guidi.

“La nostra associazione intende ribadire con forza la necessità di un rapido ripristino della chiarezza e di principi trasparenti, in base ai quali tutti i soggetti attivi nel mercato devono assumersi le proprie responsabilità: valori ai quali il nostro sistema associativo da sempre aderisce nella propria attività quotidiana al servizio dei clienti” conclude il presidente di AsConAuto.

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