I concessionari lanciano l’allarme: crollo delle trattative con la seconda ondata di Covid

Concessionari nuovo DPCM

La seconda ondata di Covid sta già lasciando il segno: la testimonianza arriva dalle voci di alcuni importanti concessionari, intervenuti ieri – insieme ad altri esponenti della filiera delle quattro ruote e della politica – alle tavole rotonde virtuali di ForumAutoMotive 2020, l’evento serbatoio di idee e fucina di dibattiti ideato dal giornalista Pierluigi Bonora.

Si tratta di un vero e proprio grido d’allarme, lanciato in coro da Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, Plinio Vanini, presidente di Autotorino, Tony Fassina, amministratore delegato dell’omonimo gruppo, e Gianluca Italia, amministratore delegato di Overdrive: nell’ultima settimana le trattative sono letteralmente crollate, con un afflusso in concessionaria quasi dimezzato nelle zone più colpite del Paese.

La paura della pandemia, dunque, è tornata a farsi sentire in maniera perentoria e, come sottolineato anche da Maurizio Brandini nell’intervista che ci ha rilasciato, i clienti in tutto il Paese hanno disdetto molti appuntamenti negli showroom che erano già stati presi.

INCERTEZZA E MANCANZA DEGLI INCENTIVI

Già prima dell’esplosione della seconda ondata del Coronavirus l’incertezza è stata creata dal mancato rifinanziamento degli incentivi. “Gli incentivi ci avevano aiutato e anche un po’ illuso – ha sottolineato De Stefani Cosentino – Ottobre non era iniziato male, ma adesso i numeri, confrontati con quelli dello scorso anno, parlano di un pareggio, perchè le trattative sono notevolmente calate negli ultimi giorni, specie nelle regioni del Paese dove il Covid pesa di più. Andando avanti così, faremo fatica ad arrivare a 1 milione 400mila auto a fine dicembre”.

Adolfo De Stefani Cosentino Federauto

La divisione degli incentivi per fasce di emissioni è stata una scelta ideologica, spinta da una parte del Governo, ma “il mercato non si fa con l’ideologia, ma con la domanda e l’offerta” ha aggiunto il presidente di Federauto.

Approfondisci: gli incentivi vanno rafforzati e rifinanziati 

SERVE UN PIANO STRATEGICO

“Oggi ci troviamo a dover fare impresa in un mondo complesso” ha ribadito Plinio Vanini, riferendosi esplicitamente al primo Decreto Rilancio, che di fatto aveva dimenticato l’auto, proponendo il bonus sulla micromobilità. “Quello che manca è un piano strategico, da realizzare attraverso la via del buon senso, ossia attraverso il rinnovo del parco auto circolante. Bisogna mettere in condizione gli italiani di acquistare le vetture che possono acquistare”.

Su questo punto, anche il riallineamento della fiscalità italiana con quella europea sarebbe fondamentale. “La questione dell’Iva è ormai annosa – ha commentato Tony Fassina – Il Governo non riesce a capire che se ci aiutasse a rinnovare il parco circolante, otterrebbe a sua volta ingenti incassi. Ora, invece, siamo tutti in stand-by, a vedere cosa succede. E nell’ultima settimana il traffico in concessionaria – Fassina ha le sedi a Milano, ndr. – è calato almeno del 40 per cento”.

“Il mercato dell’auto retail – ovvero la domanda dei privati, ndr. – meriterebbe maggiori attenzioni da parte di tutti. Abbiamo bisogno che la gente venga in concessionaria” ha concluso Gianluca Italia. Un obiettivo che, senza incentivi, è arduo da raggiungere. Anche nel 2021.

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