La crisi da Coronavirus rimanderà l’elettrificazione del settore auto?

Il settore automotive non vantava una buona salute, già prima del Covid-19: il 2020 era iniziato a rilento, registrando cali nelle immatricolazioni fin dai primi mesi.

Inoltre, le multe sulle emissioni di CO2 che le Case avrebbero dovuto pagare a fine anno rischiavano di dare la stangata finale all’intero mercato dell’auto. Solo gli OEM già convertiti alle motorizzazioni green sarebbero rientrati nei limiti imposti dalla normativa europea, non considerando però se i conducenti fossero realmente pronti a questa transizione verso l’elettrico.

Leggi anche: la normativa europea per i limiti alle emissioni delle Case auto

Abbiamo chiesto a Marc Aguettaz, Country Manager GiPa Italia, una valutazione sull’attuale stato di questa transizione energetica, partendo proprio dalla proposta che l’Acea (Associazione europea dei Costruttori d’auto), insieme ad altre associazioni, ha avanzato alla commissione europea per rivedere le tempistiche sulle multe per i Costruttori.

BATTUTA D’ARRESTO PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA

“Alla richiesta di proroga sulle multe per le emissioni di CO2, seguirà una richiesta di rivisitazione dei limiti di 95g di Co2/km”, spiega Marc Aguettaz, “soprattutto perché un motore endotermico, per rientrare in questa soglia, non deve consumare più di 3,5 litri di gasolio: assolutamente fattibile con un piccolo motore termico a supporto di un ibrido”.

motori termici vs motori elettrici: cosa succederà dopo il covid-19?

La transizione energetica è stata oggetto di molti dibattiti, che vedevano da un lato i sostenitori dell’elettrico come unica via possibile per il futuro dell’automotive e dall’altra chi invece considerava gli EV delle alimentazioni alternative, e in quanto tali non avrebbero mai eclissato i motori termici tradizionali. L’attenzione al green, sempre crescente, poteva far ben sperare in un drastico aumento delle vetture elettriche circolanti, ma l’impatto che questo tipo di veicoli ha sul mercato è ancora poco rilevante, cosa che invece non si può dire delle ibride, che già nel 2019 avevano registrato una crescita del 290% sulle immatricolazioni.

Leggi anche: quale è la situazione delle infrastrutture di ricarica in Italia?

L’aspettativa però era che nel corso degli anni le auto elettriche crescessero in maniera esponenziale, come anche dimostrano le proiezioni che Marc Aguettaz ha gentilmente condiviso con noi.

Le proiezioni di GiPa su come sarà il parco circolante in futuro

Quello che però rimane indubbio è che anche in uno scenario così favorevole per i veicoli esclusivamente elettrici (escludiamo quindi ibrido e plug-in), il parco circolante sarà sempre costituito principalmente da vetture endotermiche, mild-hybrid comprese.

Approfondisci: come funzionano i diversi tipi di motore ibrido?

STRATEGIE PER RISOLLEVARE IL MERCATO DELL’AUTO

“Se l’Europa deve riaccendere l’economia velocemente”, prosegue Aguettaz, “negli anni passati è già stato dimostrato il peso determinante dell’industria dell’auto per l’attivazione dell’economia, ma i Costruttori europei potranno farcela solo realizzando quello che sanno fare meglio, ovvero i motori endotermici”.

produzione auto: rimandata lelettrificazione?

Il tema dell’elettrificazione viene poi analizzato anche da un punto di vista eco-sostenibile: “Se durante il lockdown, e quindi con meno veicoli in circolazione, l’inquinamento non è diminuito nelle città, si può pensare che la responsabilità data all’automobile per l’alterazione dell’aria fosse solo uno strumento per realizzare qualcosa di davvero pericoloso per l’industria automotive”.

Leggi anche: i concessionari sono pronti a vendere auto elettriche?

L’obiettivo primario dovrebbe essere dunque quello di rinnovare il vecchio parco circolante, valorizzando anche i motori termici di ultima generazione che “hanno dimostrato di essere particolarmente virtuosi da un punto di vista di emissioni e di consumi”.

L’INQUINAMENTO DURANTE IL LOCKDOWN

Secondo il primo studio sulla qualità dell’aria pubblicato dall’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Lombardia) la qualità dell’aria è migliorata sensibilmente nelle nostre città e ciò è dovuto sostanzialmente a tre fattori:

  • calo delle emissioni, principalmente del settore dei trasporti
  • variazioni nelle condizioni meteorologiche
  • variazione delle condizioni ambientali che incidono sulle reazioni chimico-fisiche in cui sono coinvolto gli agenti inquinanti

Già dalle prime settimane in cui era stato imposto il lockdown avevamo chiesto a Guido Lanzani, Responsabile qualità dell’aria Arpa Lombardia, se il miglioramento della QA fosse da imputare alla diminuzione del traffico. Sebbene si fosse registrato un calo degli agenti inquinanti, i dati rilevati risultavano ancora insufficienti per attribuire una correlazione tra diminuzione del traffico e miglioramento della qualità dell’aria.

Inquinamento: è migliorata la qualità dell'aria durante il lockdown?

L’analisi del mese di marzo ha però registrato una sensibile riduzione delle concentrazioni di NO (monossido di azoto), benzene e NO2 (biossido di azoto), arrivando in alcune zone a livelli oltre il minimo negli ultimi 10 anni.

Come abbiamo detto, giocano però un ruolo fondamentale anche le condizioni meteorologiche: infatti dopo la seconda metà di marzo i valori del particolato non hanno registrato alcun calo nelle concentrazioni, nonostante la diminuzione del traffico e la chiusura di molte attività industriali.

ELETTRIFICAZIONE RIMANDATA: MA GLI INVESTIMENTI GIÀ FATTI?

Nell’ipotesi che la transizione energetica venga posticipata, una domanda sorge spontanea: tutti i concessionari, rivenditori auto, riparatori autorizzati e indipendenti che hanno già fatto degli investimenti per accogliere le nuove motorizzazioni?

“Nessuno può prevedere il futuro”, spiega Marc Aguettaz, “chi ha già fatto un investimento si troverà pronto a gestire un piccolo parco di macchine elettriche, offrendo quindi un servizio in più alla clientela”.

“Si continuerà a vendere auto elettriche, ma ai livelli che conosciamo oggi, niente di più”

Marc Aguettaz, Country Manager GiPa Italia

C’è anche da considerare gli ingenti investimenti messi in campo dalla Case auto per dedicare parte della produzione, se non in toto come ha fatto smart, alla mobilità alternativa elettrica e ibrida. Date queste condizioni è difficile pensare che i Costruttori abbandonino la mobilità green.

L’ELETTRIFICAZIONE NELLE FLOTTE AZIENDALI

Nelle scorse settimane la redazione di Fleet Magazine ha condotto una survey sugli impatti del Coronavirus nella gestione delle flotte e le conseguenza dopo la ripartenza.

Approfondisci: l’analisi completa degli effetti del lockdown sulle flotte aziendali

Attraverso un questionario on-line, sono stati presi a campione 35 Fleet & Mobility Manager di grandi aziende italiane, con un parco totale di oltre 56 mila veicoli, per cercare di capire quali le conseguenza registrate a seguito dell’emergenza Covid-19.

Survey Fleet Magazine: l'impatto del coronavirus sull'elettrificazione delle flotte aziendali

Un tema assolutamente di forte interesse è quello dell’elettrificazione: già prima del lockdown le aziende si impegnavano a trovare un giusto mix di motorizzazioni all’interno della flotta.

Dopo questa crisi però, “Un Fleet Manager su tre è convinto che questo processo di cambiamento subirà un rallento”. Molte aziende che avevano pianificato l’inserimento nella car list di vetture elettriche e ibride plug-in, in questo momento si concentreranno maggiormente sulla ripresa economica, magari mettendo in cantiere nuovi investimenti per il rinnovo del parco.

Partecipa alla discussione

Leggi anche

PREMIUM PARTNER
NEWSLETTER

Approfondimenti sul mercato auto

I più letti