Iva e auto aziendali: l’ennesima proroga della detraibilità che penalizza le quattro ruote

iva auto aziendali 2016

La clientela B2B, lo sappiamo, rappresenta una risorsa per il target dei concessionari. Ma in Italia il regime Iva sulle auto aziendali è un deterrente non da poco per gli acquisti e i noleggi da parte delle piccole e medie imprese. E’ notizia di oggi, infatti, l’ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2019 della limitazione della detraibilità Iva al 40% sulle vetture delle aziende, richiesto dal Governo e concesso dall’UE.

IVA AUTO AZIENDALI: IL COMMENTO DI ANIASA

“Una misura miope che penalizza le aziende italiane rispetto ai competitor europei che beneficiano di minori costi di mobilità. L’ennesimo rinvio all’italiana che contraddice quanto il Governo sta portando avanti nella Legge di Stabilità con il superammortamento”. Questo il commento di Aniasa, associazione rappresentativa del settore del noleggio auto, di fronte alla notizia.

UN PO’ DI STORIA

L’Iva sulle auto aziendali è da oltre trent’anni un tema spinoso: dal 1980 e per vent’anni l’Italia ha chiesto e ottenuto dall’UE un regime speciale di totale indetraibilità; poi dal 2001, visto che il nostro Paese era unico in Europa, si è deciso di rendere detraibile l’Iva sulle autovetture al 10%, salendo al 15% dal 2006. Proprio nel 2006 è intervenuta la Corte di Strasburgo che ha condannato lo Stato ad applicare la detraibilità del 100%, così come previsto dalla normativa europea. Il MEF dell’epoca, menzionando un’indagine mai pubblicata sui soggetti interessati (imprese e lavoratori autonomi), ha sostenuto la richiesta di limitare la detrazione al 40%, considerata come percentuale giusta di utilizzo del veicolo a scopi di produzione del reddito.

LE PROROGHE

L’Unione Europea ha accordato l’autorizzazione per il periodo 2007-2010 e da allora, di triennio in triennio, sono state chieste (e concesse) altre proroghe sull’Iva delle auto aziendali, fino all’ultima di questi giorni. Che indirettamente penalizza anche i concessionari, che, attraverso la voce di Federauto, auspicano da tempo una fiscalità meno gravosa sulle spalle del mondo automotive. Le motivazioni a supporto dell’istanza, peraltro, appaiono discutibili, in quanto, si specifica che per l’Italia la proroga “è volta a contrastare l’evasione dell’Iva e a semplificare la relativa procedura di imposizione e ha pertanto un impatto potenzialmente positivo per le imprese e le amministrazioni in quanto riduce in maniera significativa l’onere amministrativo.  Va, invece, rimarcato, sottolinea Aniasa, proprio il ruolo rilevante dell’auto aziendale come promotore sia di correttezza fiscale che di contrasto all’evasione.

Partecipa alla discussione

Leggi anche