Ecco la strategia digitale del Gruppo Trivellato

Silvia Giombetti, Gruppo Trivellato

Le attività di social media marketing nelle concessionarie assumono sempre più rilievo. Lo testimonia anche l’esperienza del Gruppo Trivellato: otto sedi Mercedes Benz, Toyota e Lexus distribuite nelle province di Vicenza, Padova e Verona, circa 6mila veicoli all’anno venduti e 5mila passaggi in officina. A fare il punto sulle strategie digitali è stata Silvia Giombetti, digital sales & marketing, intervenuta insieme a Maurizio Conte (Contauto Due) nella sessione conclusiva del Quintegia Automotive Focus 2014. “Il sito Trivellato – spiega Giombetti – esiste dal 1998, ma da quest’anno abbiamo un team dedicato che conta 4 persone e nel 2015 si aggiungerà una quinta risorsa dedicata ai social”.

Al momento, infatti, le attività digitali si concentrano sul sito web, ma la strategia di social media marketing delle concessionarie del Gruppo è già stata messa a punto e sta per decollare. Tutti i lead raccolti dal web, poi, vengono lavorati mediante processi ben precisi. “La gestione dei contatti – conferma Giombetti – passa attraverso quello che noi chiamiamo CRM: un ufficio clienti molto avanzato interno alla Trivellato, che conta 6 persone, coinvolte in parte nella gestione di risorse da web e per il resto nelle normali attività di CRM”. I lead raccolti (da 9 a 14 al giorno) vengono filtrati da questa struttura e passati ai venditori di competenza, che danno un feedback al massimo entro la giornata lavorativa successiva.

Internet e social media restano senza dubbio fondamentali per il Gruppo Trivellato, ma non rappresentano il suo principale investimento di marketing. Il 60% del budget viene infatti destinato ad attività di sponsorizzazione e agli eventi sul territorio. Al web, che accompagna e racconta questi eventi, viene destinato il 20% del budget mentre il resto va a stampa e media tradizionali oltre a piccole somme investite nell’acquisto di lead o di materiali per promozioni in officina. “La nostra combinazione vincente – conclude Giombetti – è web più radio, perché ci siamo accorti che iniziative web veicolate anche attraverso la radio hanno raccolto un successo maggiore presso il nostro pubblico rispetto a quelle solamente digitali”.

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